Le finestre della sala si vedevano dalla strada. Arrivavamo dopo 4 ore di viaggio e, subito dopo il ponte, eccole lì. C’era il cortile, poi la scala, e poi quell’entrata piccola prima della cucina.
Mia nonna era spesso nell’orto. China sui cespi di insalata, sotto il sole, con i suoi vestiti a fiori. Mio nonno invece era sempre in giro in motorino. Lui, i suoi 70 anni, e il suo sfrecciare libero fra i campi sul Ciao blu.
Non andavamo spesso, la distanza era tanta, ma quando si organizzava un fine settimana, o una vacanza da quelle parti, era subito magia. La magia della campagna, del gelato in piazza di sera, e delle mille possibilità che ci sembrava di avere, lontane dalla città. Mia sorella, mia cugina ed io, arrivate in quel paese di poche centinaia di abitanti, ogni volta ci sentivamo padrone di un mondo nuovo. Abituate all’asfalto dei nostri giorni, adoravamo tutto di quella campagna: i papaveri sul bordo della strada, i gattini che vivevano un po’ qua e un po’ là, e lo spazio, quello spazio che a guardarlo bene ci sembrava infinito.
In casa dei nonni dormivamo e basta, e il resto erano corse, nascondino e il caldo della bassa veneta che ti si appiccica addosso colandoti sulla fronte.
Ogni tanto tornavamo e li trovavamo in veranda. Lei seduta a lavorare a maglia, o a cucire. Lui a sgranare fagiolini con quelle mani nodose che in silenzio raccontavano tutta una vita.
Salivamo la scala rumorose, piene di storie da raccontare, e ci sedevamo al tavolo della cucina. Mia nonna ci preparava la merenda, e mio nonno le girava attorno, come per aiutarla senza farlo davvero. E io adoravo ascoltarli parlare, nel loro dialetto stretto che faticavo a capire. Mi sembrava di entrare in un mondo fatto di partenze per la guerra, ritorni inaspettati, e fotografie smangiucchiate ai bordi. Mi sembrava di vedere lei, giovane venticinquenne che sfida le bombe in bicicletta per andare a inviare una lettera che non si sa se e quando arriverà ad un marito lontanissimo. E vedevo lui, giovane ufficiale innamorato di una famiglia che prima o poi riuscirà a riabbracciare.
Ce ne stavamo attorno al tavolo tutti e cinque, due generazioni una di fronte all’altra, il calore del passare il tempo vicini, e il fresco che cominciando a entrare dalle finestre, ogni sera ci riportava il tramonto, fatto di grilli e silenzio.
Autrice: Valentina Stella [bellezza rara]