La storia delle merendine
30.07.2012

Anni ‘50 Il primo fu il “mottino”. Un panettone mignon lanciato sul mercato negli anni ’50, a pieno diritto considerato il capostipite di tutte le merendine.

Anni ‘60 La vera svolta culturale arrivò però dieci anni dopo con il “buondì”, la prima tra le merendine confezionate a proporsi al posto della classica brioche che prima d’allora era disponibile solo al bar o in pasticceria. Il suo successo consiste nell’impasto a lievitazione naturale, che richiama la  colomba pasquale, della quale il “buondì” conserva la glassatura all’amaretto e la guarnizione di granella di zucchero. A seguire, grande successo lo ottenne il “pandorino”, altra riduzione in formato monodose del tipico dolce natalizio veronese. Poi fu la volta delle torte casalinghe: nel 1961 nasce la “brioss” soffice trancino di pandispagna, farcito con marmellata di albicocche o ciliegie. Siamo nella fase della prima generazione della produzione di merendine.

Anni ‘70 In questi anni entrano nelle case degli italiani le merendine a base di pandispagna farcito o ricoperto con il cioccolato come il “trancino”, la “girella”, la “fiesta”. Poi è la volta del “saccottino”, lievito farcito all’albicocca, al cioccolato o alla crema e della “crostatina”, una mini torta di pasta frolla proposta con marmellata o cioccolato.

Continua a leggere