Com’è fatta una merendina? Dall’origine ai principali ingredienti, dalla produzione al commento degli esperti, raccontiamo il mondo dei prodotti da forno italiani e perché possono essere una valida alternativa a merenda.
Lo dice la parola stessa: una merendina è una piccola merenda. Le merendine vanno dalle 110 kcal delle più semplici fino alle 180-200 kcal delle più ricche e coprono in media tra il 6 e il 7% della quantità di energia raccomandata ogni giorno a bambini e ragazzi. Una merendina quindi permette di rifornire l’organismo della piccola quantità di energia che gli serve per arrivare ai pasti principali con un senso di sazietà adeguato.
Sono un alimento tipico del mercato italiano, profondamente connaturate con la tradizione dolciaria e familiare di casa nostra. In nessun altro Paese europeo esistono prodotti definiti allo stesso modo, proprio perché lo stesso concetto di merenda è una prerogativa che contraddistingue l’alimentazione dell’Italia e dei Paesi mediterranei, in contrapposizione con lo “snacking”, tipico delle nazioni anglosassoni, dove si è soliti mangiare spesso, a tutte le ore, e prevalentemente fuori casa.
Le merendine italiane, in confezione monodose, nascono per fornire un’alternativa pratica, igienica e gustosa ai prodotti consumati tradizionalmente per merenda o per colazione. Secondo la tipologia dell’impasto base la maggior parte dei prodotti si può suddividere sostanzialmente in tre categorie merceologiche nell’ambito delle quali possono esistere evidentemente moltissime variabili tecnologiche:merendine tipo brioche, a base di pandispagna e a base di pasta frolla.
Una categoria a parte è rappresentata dalle “merendine refrigerate” costituite da una parte cotta in forno e una farcitura di crema di latte fresco pastorizzato con o senza una eventuale copertura di cacao/cioccolato.
IL PROFILO NUTRIZIONALE: AMIDI E ZUCCHERI LE RENDONO ADATTE PER RICARICARSI A METÀ MATTINA O POMERIGGIO
Dal punto di vista nutrizionale i carboidrati, presenti nelle merendine sotto forma di amidi e zuccheri, sono in maggioranza (20 grammi ca). Vengono dalla farina di cereali, dalla frutta, dallo zucchero. Ma non mancano anche piccole quantità di proteine (3 grammi ca) derivanti dalle uova e dal latte e di grassi (7 grammi circa di cui solo 3 grammi di grassi saturi). In funzione degli ingredienti usati e della ricetta, nelle merendine possono essere presenti anche quantità significative di ferro, calcio, vitamine BI,B2, A, E e fibra.
“Il consumo di una merendina, opportunamente inserita in un piano alimentare giornaliero, contribuisce a mantenere costante la glicemia e, in tal modo, migliora il livello di attenzione, favorendo le prestazioni scolastiche e sportive – commenta Michelangelo Giampietro, nutrizionista e medico dello sport – Infatti i carboidrati di rapida e lenta utilizzazione (amido e zucchero) compensano le richieste di energia che servono al cervello e ai muscoli per ricaricarsi nei momenti critici della giornata, come a metà mattina e di pomeriggio.”
COME E’ FATTA UNA MERENDINA E PERCHÉ DURA PIÙ A LUNGO DI UNA TORTA PREPARATA IN CASA
Il modo di procedere non è così lontano da quello che usiamo in cucina per fare un dolce cotto in forno, ma i mezzi che l’industria ha a disposizione sono enormemente più avanzati, sicuri e precisi. Il risultato finale in termini di grado di cottura, morbidezza, gusto e aspetto deve essere infatti sempre lo stesso, quello che il consumatore si aspetta di trovare da quel prodotto. Se il nostro dolce quindi, nel bene e nel male, secondo le nostre capacità culinarie, sarà sempre unico e non perfettamente ripetibile, quello dell’industria invece è volutamente standardizzato.
Una domanda che spesso ci si pone è: perché una merendina prodotta dall’industria dura di più di una torta fatta in casa?
Per rispondere a questa domanda coinvolgiamo il prof. Franco Antoniazzi, tecnologo alimentare:
“Una merendina dura di più per numerosi motivi: dall’impasto di base, per il quale vengono scelti ingredienti ad hoc, al processo, dove l’industria mostra le sue capacità tecnologiche. Prendiamo il pane per esempio: se noi utilizziamo il lievito di birra in poco tempo tenderà ad indurirsi, mentre utilizzando il lievito naturale rimarrà molto più morbido e mangiabile nel tempo. La stesso fenomeno vale per le merendine. Molto importante è poi il confezionamento: nell’industria alimentare, nella fase post cottura in forno, viene infatti applicata la stessa tecnologia utilizzata nell’industria farmaceutica, dove non ci può essere alcun inquinamento, quindi le nostre merendine vengono confezionate in locali igienicamente ineccepibili ed anche questo aspetto è molto importante per garantire una maggiore durata al prodotto.”
MATERIE PRIME CONTROLLATE
Vengono scelte in base a requisiti severi di qualità, controllate e conservate a temperatura e atmosfera controllate per essere prelevate e dosate per l’impasto. Tutto avviene in modo automatizzato per ridurre al minimo le contaminazioni ambientali.
IMPASTO, COTTURA E PORZIONATURA
I robot industriali sostituendo le nostre mani impastano e modellano i prodotti, che poi vengono infornati a condizioni ottimali di umidità, temperatura e termoventilazione. Dopo la cottura, le merendine stazionano in camere sterili e climatizzate per essere raffreddate. Seguono il taglio in porzioni, la farcitura, l’eventuale copertura, inzuppatura e decorazione. Ciascuna merendina viene automaticamente porzionata secondo una grammatura predisposta, in base alla quale sarà elaborata l’etichetta nutrizionale che comparirà sulla confezione.
MERENDINE SEMPRE PIÙ SICURE: CHE COS’È L’HACCP
Come fanno le mamme ad essere sicure di dare ai propri figli un alimento fidato? È possibile grazie al sistema di controllo preventivo obbligatorio HACCP, che sta per Hazard Analysis Critical Control Point e cioè Analisi dei Rischi sui Punti Critici di Controllo. Si tratta di un piano di sorveglianza specifico per ogni prodotto, capace di identificare a priori gli eventuali pericoli e stabilire le procedure per prevenirli. Questo sistema rende inoltre possibile rintracciare in ogni momento, attraverso un numero stampigliato sulla confezione, il percorso della merendina che abbiamo scelto di acquistare. Possiamo così ricostruire la “storia” della nostra merendina lungo tutta la filiera produttiva: scoprire ad esempio la temperatura del forno in cui è stata cotta, oppure risalire fino allo stato di conservazione delle materie prime con cui è stata fabbricata.