Italia, paese della merenda…e della merendina
28.11.2018

Il momento della “merenda” è una prerogativa tipica dell’alimentazione dei Paesi mediterranei, Italia in testa. Infatti nel nostro Paese la merenda è oggi considerata – a tutti gli effetti – un pasto, seppur di piccole dimensioni rispetto ai due principali. Secondo una recente ricerca Doxa – Aidepi, nella top five degli alimenti consumati a merenda dagli italiani, al primo posto c’è la frutta, seguita da yogurt, snack salato, piccolo panino e merendine.  

A dare importanza alla merenda sono anche gli spagnoli che, nel tardo pomeriggio, quando arriva un po’ d’appetito o si ha voglia di uno spuntino, consumano una “merenda” composta da torte, biscotti e dolciumi accompagnati da caffè nero o con “leche”. E anche i francesi che, invece a metà mattina e al pomeriggio, consumano una “gouter”, ovvero la “merenda dei bambini”, a base di pane e cioccolata, o croissant o brioche. Mentre gli adulti non rinunciano alla “casse-croute”, vero e proprio “spuntino dei lavoratori”, a base di sandwich, mangiato intorno alle dieci del mattino.

In Germania invece non c’è una vera e propria tradizione legata alla merenda. Qui il pasto serale –‘l’Abenbrot’, ovvero ‘pane della sera’ – è molto anticipato rispetto al nostro, intorno alle 18.30, ed è a base di formaggi, affettati e pane, accompagnati da birra. Più tardi, invece, dopo le 22.00, si mangiucchiano ‘salatini e dolcetti’.

Oggi 4 italiani (adulti) su 10 saltano la merenda: perché è importante farla – Un campanello d’allarme arriva da una recente ricerca Doxa – Aidepi che ha evidenziato come oggi 4 italiani (adulti) su 10 saltino la merenda (sia lo spuntino di metà mattino che quello di metà pomeriggio). Va detto che tra quelli che la fanno, pari a circa 30 milioni di persone, quasi la metà sceglie sempre e solo il dolce che è connaturato nella nostra percezione di gratificazione. Ma perché è così importante non saltare la merenda?

Distribuire l’alimentazione quotidiana in un certo numero di pasti, afferma il Prof. Marcello Ticca, libero docente e specialista in Scienza dell’Alimentazione è consigliabile per il benessere generale dell’organismo. Chi consuma la stessa dieta ma distribuita su cinque pasti, finisce per avere livelli minori di colesterolo nel sangue, una glicemia e un’insulinemia più basse, una migliore tolleranza al glucosio, minore peso corporeo e minore adiposità, quindi minore rischio di malattie cardiovascolari e di diabete.  Va sottolineato come lo spuntino di metà mattina non debba essere eccessivo al fine di evitare di arrivare al pranzo con poco appetito, ma sia comunque utile per un miglior rendimento nelle ultime ore della mattinata. Quello di metà pomeriggio è ancora più importante e deve servire, ad esempio, per non cadere in atteggiamenti tipici dei giorni  nostri,  come la spasmodica  ricerca di  qualcosa da mettere sotto i denti, di qualunque  cosa si tratti, prima di cena quando si rientra a casa.”