A ogni Paese la sua merendina: che differenza c’è tra quelle italiane, inglesi e americane?
28.08.2019

Le fake news colpiscono anche le merendine, scrive LaStampa. Oggi quasi non c’è genitore con una coscienza che non si senta in colpa quando le arraffa dallo scaffale del supermercato: la realtà non è proprio così, soprattutto perché il termine merendina confezionata, a seconda del paese in cui vai, vuol dire cose molto diverse e ci sono merendine e merendine.

“Intanto la merenda è un’usanza molto italiana, noi tendiamo a consumare cinque pasti al giorno, quelli principali più appunto due ‘merend’  (che viene dal latino merere, meritare: un tempo solo le classi più abbienti potevano permettersi questi cibi extra). Nelle nazioni anglosassoni invece è più diffuso lo snacking, ovvero l’abitudine a mangiare spesso, quasi a tutte le ore, e soprattutto fuori casa” scrive Emanuela Grigliè nel suo articolo. Ma le differenze non si esauriscono qui:

Quello infatti che emerge dallo studio della Fondazione Italiana per l’educazione alimentare (FOODEDU) e che ha confrontato le caratteristiche nutrizionali di 10 merendine tra le più vendute in Italia, Gran Bretagna, Usa è che la qualità di questi dolci è molto diversa. Quelli italiani sono più piccoli, con porzioni in media di 34 grammi contro i 66 di quelli britanniche e gli 81 degli americani. Ne consegue che gli zuccheri e i grassi saturi ingeriti meno.

Secondo la nutrizionista Evelina Flachi, presidente di FOODEDU “noi siamo molto fortunati ad avere la dieta mediterranea. Le nostre abitudini alimentari sono migliori di quelle di molti altri paesi. In Italia in media si mangiano circa due merendine alla settimana, e spesso le consumano gli adulti (il 61%)”.