La merenda italiana
Quando traduciamo in un’altra lingua questo termine, dobbiamo, infatti, per forza, ricorrere ad un’intera frase per spiegare di cosa si tratta: “piccoli prodotti da forno monoporzione”. Ma, oltre il termine “merendina”, è proprio il concetto di “merenda” ad essere una prerogativa tipica dell’alimentazione dei Paesi mediterranei, Italia in testa. La merenda è un’abitudine dei Paesi latini, mentre il cosiddetto snacking, nato dalla destrutturazione dei pasti principali, è invece una pratica più tipica delle nazioni anglosassoni, dove si è soliti mangiare spesso, a tutte le ore, e prevalentemente fuori casa.
SPAGNA
Al contrario del pasto di “piccole dimensioni” italiano, gli spagnoli consumano una “merenda” composta da torte, biscotti e dolciumi accompagnati da caffè nero o con leche (latte).
FRANCIA
A metà mattina e al pomeriggio, consumano una gouter, ovvero la “merenda dei bambini”, a base di pane e cioccolata, o croissant o brioche. Mentre gli adulti non rinunciano alla casse-croute, vero e proprio “spuntino dei lavoratori”, a base di sandwich, mangiati intorno alle dieci del mattino.
GRAN BRETAGNA
Si perde la tradizione della merenda per le differenti abitudini alimentari. In Inghilterra, ad esempio, il pasto più importante è, tradizionalmente, il ‘breakfast’, ovvero la colazione del mattino, a cui seguono – nell’arco della giornata – piccoli snack, ovvero spuntini salati e dolci, consumati in maniera irregolare.
GERMANIA
Come per i Paesi anglosassoni anche in Germania si perde l’abitudine dello spuntino di metà giornata, ma il pasto serale – l’Abenbrot, ovvero “pane della sera” – è molto anticipato rispetto al nostro, intorno alle 18.30, ed è a base dei formaggi, affettati e pane.