Sono tra gli snack più diffusi, spesso associate a un’alimentazione poco equilibrata. Ma come sono fatte davvero le merendine? Sono solo dolci ricchi di zuccheri o possono rientrare in una dieta bilanciata? La risposta sta nell’equilibrio e nella moderazione.
Secondo un’indagine BVA Doxa – Unione Italiana Food su un campione rappresentativo di 600 mamme con figli tra i 5 e i 13 anni, il 70% delle famiglie sceglie merende fatte in casa, consumandole quasi tre volte più spesso rispetto alle merendine confezionate. Tuttavia, le merendine industriali hanno il vantaggio di essere porzionate e pratiche, con un peso medio di 35 grammi.
Ingredienti autentici per un gusto familiare
A dispetto dei luoghi comuni, questi prodotti sono preparati con ingredienti semplici e comuni. Ma come sono fatte davvero le merendine? Farina, olio, cacao, marmellata e lievito madre, proprio come i dolci fatti in casa. Il loro principale punto di forza è la praticità: essendo già porzionati, evitano eccessi e sprechi, garantendo un apporto nutrizionale definito.
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Quanto spesso inserirle nella dieta?
La frequenza e la quantità di consumo dei dolci dovrebbe essere calibrata con attenzione, come sottolinea la nutrizionista Valeria Del Balzo:
“Una fetta di crostata alla marmellata o di ciambellone andrebbero però calibrate, cosa che non viene fatta, in base all’età e al fabbisogno calorico e soprattutto differenziate in termini di peso tra un consumo adulto o giovanile.”
Grazie alla porzione predefinita, questi prodotti permettono di tenere sotto controllo le calorie. Il consumo consigliato è di 1-2 volte a settimana, senza eccedere. Con un apporto calorico compreso tra 110 e 180 kcal per porzione, coprono circa il 6-7% del fabbisogno energetico giornaliero di bambini e ragazzi, risultando in linea con le indicazioni per una merenda equilibrata.
Merendine vs dolci fatti in casa: chi ha più calorie?
Dal punto di vista nutrizionale, le differenze tra dolci fatti in casa e merendine confezionate sono significative. Una porzione media di crostata alla marmellata, pari a 96 grammi, fornisce 317 kcal e contiene: 27 grammi di zuccheri, 7,8 grammi di grassi, di cui 5 saturi.
Anche una fetta di ciambellone da 84 grammi ha un apporto calorico elevato: circa 310 kcal, con 20 grammi di zuccheri e 14,3 grammi di grassi, di cui 5,3 saturi (dati FatSecret).
Le merendine, invece, offrono un apporto calorico più contenuto: una porzione da 35 grammi apporta mediamente 157 kcal, con 9 grammi di zuccheri e 6,5 grammi di grassi, di cui 3 saturi. In pratica, rispetto a una merendina, una fetta di crostata fornisce il doppio delle calorie, tre volte gli zuccheri e una quantità di grassi saturi superiore di una volta e mezza, rendendo le merendine una scelta più bilanciata dal punto di vista calorico.
Categoria | Merendine | Crostata | Ciambellone |
Preferenza consumo
famiglie |
30% | 70% | N/A |
Peso medio | 35 g | 96 g | 84 g |
Apporto calorico per porzione | 157 kcal | 317 kcal | 310 kcal |
Zuccheri per porzione | 9 g | 27 g | 20 g |
Grassi totali per porzione | 6,5 g | 7,8 g | 14,3 g |
Grassi saturi per porzione | 3 g | 5 g | 5,3 g |
Un settore in evoluzione: meno zuccheri, più equilibrio
Negli ultimi dieci anni, l’industria dolciaria ha lavorato per ridurre il contenuto di zuccheri nei prodotti confezionati, migliorandone il profilo nutrizionale senza comprometterne il gusto. Dal 2008 al 2017, il livello di zuccheri nelle merendine è stato abbassato del 30%, passando da 35 g ogni 100 g di prodotto a 25 g, un risultato che ha superato persino gli obiettivi fissati dal Ministero della Salute (28 g).
Oggi, una merendina da 35 g contiene circa 3,5 g di zucchero in meno rispetto a dieci anni fa. Inoltre, molte aziende hanno introdotto opzioni con ridotto contenuto di zuccheri o senza zuccheri aggiunti, rispondendo alle esigenze di chi desidera un’alimentazione più equilibrata.