“Insegnare a mangiare e ad avere gusto per i cibi dovrebbe rientrare e rientra nell’impegno educativo dei genitori. Mangiare non può essere lasciato alla spontaneità. È piacevole mangiare ma il gusto va educato e far trovare il gusto è un dato importante”.
A parlare è la dottoressa Anna Maria Ajello, professore ordinario di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione all’Università Sapienza di Roma: è lei a darci alcuni importanti consigli circa il regime alimentare di bambini e ragazzi.
“Se il cibo è oggetto di cura da parte dei familiari, intendendo con ciò entrambi i genitori, se la situazione dello stare a tavola si prepara con cura e in modo gradevole, tutto questo comporta per i figli una situazione di gradevolezza complessiva, un rapporto più sereno e di conseguenza più sicura. Se invece al cibo non si dedica nessuna cura e ci si comporta in modo sciatto rispetto allo stare a tavola, senza nessun interesse alla convivialità, il rapporto col cibo è quantomeno compromesso anche per lo sviluppo futuro del bambino” spiega l’esperta.
Una domanda ci preme su tutte: è giusto far mangiare ai bambini ciò che vogliono? Per la professoressa Ajello “in generale le liste degli alimenti vanno evitate il più possibile perché risultano incomprensibili ai bambini più piccoli, nei loro fondamenti e invece per i più grandi costituiscono un elemento di potenziale trasgressione. Da questo punto di vista è piuttosto utile che i genitori mirino a diversificare l’alimentazione, in modo che i bambini e i ragazzi non si concentrino solo su alcuni alimenti, in particolare quelli che possono risultare più appetitosi per loro, e che siano attenti a costruire con loro il menù o gli alimenti che durante la settimana intendono proporre in modo da renderli sempre più consapevoli dei criteri di scelta e quindi potenziali alleati nella realizzazione della vita quotidiana a tavola”.