L’importanza della merenda nell’alimentazione quotidiana
25.06.2021

Consumare 5 pasti al giorno – 3 principali e 2 merende – fa bene alla salute perché combatte il diabete, i disturbi cardiocircolatori, metabolici, respiratori e digestivi. Gli studi confermano infatti che fare pasti piccoli e frequenti, rispetto a pochi e abbondanti, stimola la termogenesi, abbassa il colesterolo e migliora la tolleranza al glucosio. L’inserimento di due spuntini tra i pasti principali aiuta inoltre ad arrivare al pasto successivo meno affamati, consentendo un maggiore controllo di ciò che si mangia. La merenda aiuta a stare meglio e a mantenere costante il livello di attenzione, migliorando le performance scolastiche, lavorative e sportive.

Educazione alimentare – L’educazione per un corretto stile di vita è fondamentale: correggere gli errori comportamentali più comuni permette il mantenimento un’alimentazione corretta ed equilibrata quale il modello alimentare mediterraneo, ovvero introdurre i nutrienti in modo corretto durante la giornata (45-60% delle calorie derivato dai carboidrati, 30% da grassi e 15% da proteine, oltre a un congruo introito di acqua, minerali, vitamine e fibre);  ma anche distribuire adeguatamente i vari pasti nell’arco della giornata: importante la prima colazione del mattino, senza mai saltare i pasti principali, cioè il pranzo e la cena; e non bisogna dimenticare gli spuntini di metà mattina e del pomeriggio.

Lo sport non giustifica le quantità –  In molti credono erroneamente che un bambino che fa sport abbia bisogno di aumentare l’apporto calorico a merenda, salvo scoprire poi che nella maggior parte dei casi l’attività svolta e il dispendio energetico non giustificano una merenda troppo abbondante. Mai esagerare con le quantità a merenda. Altro tema dibattuto è il quando dare la merenda ai bambini. Una particolare attenzione, infatti, va al tempo che intercorre tra il momento del pasto/spuntino e l’inizio dell’attività sportiva. “In linea di massima possiamo dire che se l’attività sportiva viene praticata 4 o 5 ore dopo il pranzo è consigliabile fare una piccola merenda circa un’ora e mezza prima dell’allenamento e puntare su alimenti molto digeribili – risponde Claudio Maffeis, medico specializzato in pediatria e gastroenterologia, professore associato di Pediatria presso l’Università di Verona – Se, invece, come accade soprattutto per i più piccoli, l’attività è più a ridosso del pranzo, è meglio optare per una merenda dopo l’allenamento. Per chi non fa sport l’orario migliore è a metà pomeriggio.”

Il quantum che piace a bimbi e genitori – Il consumo di piccoli pasti, commisurati all’esigenza di energia di ciascuno, contribuisce a regolarizzare l’assunzione complessiva di calorie dell’intera giornata. Le calorie andrebbero così ripartite durante l’intera giornata: il 20% a colazione, il 30% a pranzo, il 30% a cena e il 10% per ciascuna merenda. Un’attenzione particolare deve essere posta ai bambini, il cui organismo in crescita ha bisogno di un rifornimento energetico più articolato. Se inserite in modo ragionevole nell’alimentazione complessiva della giornata, le merendine, intese come prodotti da forno monodose, non costituiscono alcun problema. L’importante è che il bambino abbia un’alimentazione che rispetti anche i suoi gusti e che lo gratifichi. Dal punto di vista calorico, una merendina costituisce un’alternativa razionale a una porzione di pizza o ad un piccolo panino imbottito per lo spuntino del mattino e del pomeriggio.