Sappiamo bene che è importante consumare 5 pasti nell’arco della giornata, 3 principali e 2 merende, ed è altrettanto importante non sottovalutare l’ora in cui si mangia. Infatti, secondo la crononutrizione che mette in relazione i bioritmi e l’assunzione di macronutrienti (carboidrati, proteine e grassi) e micronutrienti (vitamine e minerali) per avere un corretto stile di vita, è importante tenere presente i nostri bioritmi mangiando negli orari migliori. Qual è l’ora ideale per fare merenda? Ce lo dice il prof. Luca Piretta.
L’orario giusto della merenda – Generalmente è consigliabile fare la merenda di metà mattina tra le 10:30 e le 11:30, quella di metà pomeriggio tra le 16:00 e le 17:00. Nel caso di bambini e adulti che praticano sport 4 o 5 ore dopo il pasto si consiglia di fare una piccola merenda circa un’ora e mezza prima dell’allenamento. Nel caso invece in cui l’attività sportiva è più vicina all’ora di pranzo è meglio optare per una piccola merenda subito dopo l’attività fisica al fine di riequilibrare l’apporto energetico: un frutto, uno yogurt, una merendina, un succo di frutta, un paio di biscotti.
Rispettare gli orari, dice il nutrizionista – I ritmi quotidiani frenetici, gli impegni in tutte le fasce orarie della giornata, dedicare poco tempo a cucinare e spesso a mangiare, mangiare al computer o davanti alla televisione è la triste routine di molti nuclei familiari. Niente di più sbagliato: mangiare con consapevolezza e rispettare gli orari dei pasti è importante per evitare problemi di salute sul lungo termine, ma anche per dimagrire in maniera più equilibrata. Il dottor Luca Piretta medico e nutrizionista della SISA afferma: “Quando consideriamo la nostra alimentazione, ci focalizziamo quasi esclusivamente su cosa mangiare e solo poche volte ci concentriamo sul quando mangiare. Studi recenti di cronobiologia, invece, dimostrano come mangiare a una determinata ora piuttosto che a un’altra può fare una grande differenza, sia nella capacità di digerire che nella capacità di metabolizzare i nutrienti”.
Il corpo ha una sua memoria – “L’organismo – spiega il medico – aspetta di ricevere il cibo in determinate ore: il nostro corpo ha una sua memoria, ha un orologio biologico e, grazie alle abitudini, aspetta il cibo in determinate ore. Quindi avvia una fase che si chiama ‘food anticipatory activity’, che dura fra una e due ore e precede il pasto, nella quale si prepara all’arrivo del cibo”. Ma cosa succede se saltiamo un pasto oppure lo rimandiamo di molto? “Se noi saltiamo un pasto o spostiamo di molto l’orario creiamo un disincronismo fra l’attesa del pasto e il pasto vero e proprio. Questo può portare, sul lungo periodo, problemi di salute, ma anche problemi di tipo psicologico”. Non c’è dubbio che una suddivisione equilibrata dell’alimentazione, con 5 pasti distribuiti nell’arco della giornata, riduce il carico dello stomaco e dell’intestino e favorisce la digestione. Una distribuzione corretta dei pasti aiuta anche l’assorbimento dei nutrienti che ingerisci e ti dà una mano a sfruttare meglio l’energia che questi ti forniscono. È fondamentale dunque fare 5 pasti al giorno e possibilmente sempre negli stessi orari per aumentare il metabolismo (e quindi anche bruciare più calorie).