Merendine e falsi miti
10.05.2023

Da tempo intorno alle merendine circola molta disinformazione. Si dice che non siano bilanciate nutrizionalmente e che abbiano ingredienti di bassa qualità. Ma è veramente così? Sfatiamo i falsi miti più comuni circa questi prodotti amatissimi dagli italiani.

Le merendine non sono demoniache, anzi!

Le merendine non sono la causa dell’obesità infantile: è il falso mito per eccellenza. Una elaborazione Aidepi su dati Iri/Occhio alla Salute del 2014 ha infatti mostrato come proprio nelle regioni italiane dove c’è il maggiore consumo di merendine tra i bambini, c’è anche il minore tasso di obesità.

Forse non tutti sanno che negli ultimi dieci anni gli acidi grassi trans sono stati completamente eliminati dalle aziende dolciarie e anche sul fronte dei grassi saturi si registra una diminuzione del -20%. Inoltre il contenuto calorico per porzione è stato diminuito del -21,5%.

Le merendine, inserite in modo ragionevole nell’alimentazione quotidiana non fanno ingrassare. Il rischio, come per molti altri alimenti, è legato, casomai, all’abuso. Ma come per tutto d’altra parte. Una merendina contiene mediamente dalle 110 alle 180 calorie, e copre in media tra il 6 e il 7% della quantità di energia raccomandata ogni giorno a bambini e ragazzi che corrisponde proprio alla quota adatta per ciascuno dei due spuntini giornalieri in uno schema alimentare giornaliero fatto di 5 pasti.

Una merendina quindi permette di rifornire l’organismo della piccola quantità di energia che gli serve per arrivare ai pasti principali con un senso di sazietà adeguato e mantenere la concentrazione in determinati momenti della giornata.

Fake news montate ad arte

Tra le bufale più gettonate c’è la diceria che le merendine siano piene di additivi tossici come l’additivo E330. La verità è che, UnionFood non solo si è impegnata a diminuire il contenuto di zuccheri, grassi saturi e calorie, ma si è anche affrancata dalla “terribile” accusa legata all’E330.

Anni fa (era il 1999) uscì una lista di prodotti dolci da forno che utilizzavano il temibile e “tossico” – così veniva definito – E330. Peccato che l’E330 di tossico non ha nulla, visto che dietro questa sigla c’è l’innocuo acido citrico, contenuto in limoni e arance e tutt’altro che pericoloso per la salute. Inspiegabilmente, a cicli di 4 o 5 anni questa informazione ritorna a fare capolino sulla Rete, seguendo la logica perversa della “disinformazione virale”.

Occhio a distinguere merendine del mercato italiano e anglosassone

Se la merendina italiana, come dice la parola stessa, è una piccola merenda dal peso medio di 34 g non si può dire altrettanto delle sue lontane parenti d’oltremanica e a stelle e strisce, che pesano rispettivamente quasi il doppio (66 g) e più del doppio (81 g).

Il vantaggio in termini nutrizionali delle merendine italiane rispetto a quelle inglesi e statunitensi è frutto anche del contributo che le aziende dolciarie hanno saputo dare per rendere i prodotti da forno sempre migliori. Negli ultimi dieci anni l’industria dolciaria italiana, grazie a un impegno “volontario” condiviso con il Ministero della Salute, ha ridotto nelle merendine il contenuto di zuccheri (-30%), grassi saturi (-20%) e contenuto calorico (-21%), superando addirittura gli obiettivi prefissati con il Ministero.

Una fetta di ciambellone fatto in casa o una merendina italiana sostanzialmente si equivalgono: si tratta infatti di ricette della tradizione dei dolci fatti in casa dalla nonna, in cui la merendina italiana ha in media una porzione di poco superiore ai 34 grammi e contiene 5,7 grammi di grassi, dei quali solo 2,1 grassi saturi, 9 grammi di zuccheri, per un contenuto calorico a porzione pari a 136 kcal.