“Rich-in”: frutta, fibre e cereali – Nell’ultimo decennio sugli scaffali degli alimentari più riforniti o dei supermercati sono in costante aumento i prodotti rappresentanti il cosiddetto segmento “rich-in” delle merendine italiane. Più di 2 su 10 (ovvero il 23%) tra quelle presenti sul mercato, secondo i dati di Unione Italiana Food, raccolti dalle principali aziende produttrici di merendine di marca. Si tratta di quelle merendine più ricche di farine integrali, frutta, cereali, fibre e semi: croissant integrali con frutta secca o realizzati con cereali, semi di girasole e di chia oppure merendine di pasta frolla integrale con frutta e merendine base pan di spagna ai 5 cereali con farina integrale. Un rapporto percentuale che negli ultimi 10 anni è più che raddoppiato (+107%).
Merendine più nutrienti – Le merendine “rich-in” hanno enormi benefici per l’organismo grazie agli ingredienti utilizzati, soprattutto farine integrali, semi o frutta secca. “È importante inserire nel proprio piano alimentare, quindi, anche a merenda attraverso le merendine ‘rich-in’, ingredienti come farine integrali, cereali, semi e frutta – afferma la dottoressa Valeria Del Balzo – poiché permettono l’apporto di sostanze che svolgono funzioni rilevanti nell’organismo umano. Le farine e i cereali integrali, ad esempio, aumentano la presenza di fibra nell’arco della giornata. La fibra, dal punto di vista nutrizionale, è un ‘non nutriente’ che ha tra le sue caratteristiche principali quella di migliorare e accelerare la sazietà e mantenerla più a lungo, per questo è importante che ci sia nella nostra alimentazione. I semi, invece, permettono l’apporto di acidi grassi polinsaturi, mentre la frutta secca e/o la confettura contribuiscono all’assunzione di vitamine e antiossidanti, questi ultimi svolgono un ruolo fondamentale contro l’invecchiamento cellulare”.
Otto su dieci merendine innovative ed etichette trasparenti – Grazie alla forte impronta data dall’innovazione di prodotto dove il comparto dolciario investe in media, ogni anno, circa 20 milioni di euro, pari al 2% del proprio fatturato, sono proprio le merendine che guidano la tendenza del “rich-in”. Basti pensare che ogni anno vengono immesse sul mercato dalle 8 alle 10 nuove merendine, di fronte a più del doppio delle ricette ideate, e spesso dopo un lavoro di ricerca e sviluppo che in media dura da 1 a 5 anni, in alcuni casi si arriva anche a 10 anni. Ma non solo novità con prodotti ad alto contenuto innovativo, gli scaffali dei supermercati italiani pullulano di merendine che hanno visto la luce 40 anni fa e che hanno saputo innovarsi mantenendo la propria iconicità. Avanguardia anche sul fronte della trasparenza: le principali aziende del settore dolciario inseriscono in etichetta anche i valori per porzione e la %RI (Reference Intake) per alimento riferita all’energia. Un’ulteriore dimostrazione di attenzione alla trasparenza per il consumatore per chi aveva già anticipato, volontariamente, le disposizioni che sono diventate obbligatorie dal 2016 per l’etichettatura nutrizionale.