Ecco alcuni fattori che hanno alimentato i falsi pregiudizi sul mondo delle merendine
Merendine, troppe semplificazioni – Sarà capitato anche a voi, chiacchierando con le amiche o navigando in rete, di sentire pareri contrastanti sul tema delle merendine, alcuni dei quali spesso frutto di pregiudizi e falsi miti, difficili da sfatare. Ma come è nato questo pregiudizio? Lo stesso inventore della dieta mediterranea, Ancel Keys, spiegò che per affermare un luogo comune nel campo dell’alimentazione basta un giorno, mentre quasi sempre non sono sufficienti diversi decenni per cancellarlo o rimuoverlo. Proviamo a scoprire qualcosa in più.
Torta della nonna e senso di colpa – Erano gli anni 50 quando nel nostro Paese arrivano sul mercato le prime merendine industriali. Una rivoluzione che, all’inizio, non fu indolore: i primi cibi confezionati non ebbero vita facile. Basti pensare che una famosa pubblicità dell’epoca cercava di ottenere complicità con il consumatore proprio puntando sulla filosofia del “io non compro a scatola chiusa”. Resistenza e sospetto erano alimentati da una antica consuetudine, difficile a superarsi nell’Italia di quegli anni: in Italia la merenda dolce era preparata dalla nonna o dalla mamma
Ed era perciò stesso sinonimo di “fatto in casa”… Vale la pena ricordare, però, che dietro alle merendine italiane, a base di pan di spagna, paste frolle, paste sfoglie, paste lievitate, secche, ripiene ci sono circa 1500 anni di storia, perché come sottolinea l’antropologo e food writer Sergio Grasso: “ Le merendine di oggi sono l’evoluzione di quelle della nonna di ieri, perché l’innovazione non è altro che la tradizione che ha avuto fortuna”.
Il pregiudizio oggi riposa anche sulla cattiva conoscenza di quelli che sono i molti passi avanti compiuti dall’industria alimentare negli ultimi decenni (riduzione di grassi, zuccheri etc) e che fanno delle merendine italiane un prodotto controllato e sicuro, con tutte le informazioni utili in etichetta.
Il parere dei nutrizionisti – Ma cosa pensano i nutrizionisti della merenda e delle merendine? La merenda deve essere varia e adeguata al fabbisogno energetico e nutrizionale del bambino, che dipende soprattutto dalla sua età, e dal suo stile di vita, per questo è fondamentale avere la possibilità di leggere l’etichetta nutrizionale presente sui prodotti confezionati, scoprendo così quante calorie e quali altri nutrienti ciascun prodotto consumato fornisce, non solo per 100 grammi ma anche e soprattutto per porzione,
“Se inserite in modo ragionevole nell’alimentazione complessiva della giornata le merendine, intese come prodotti da forno monodose – spiega Claudio Maffeis, professore associato di Pediatria presso l’Università di Verona con compiti assistenziali presso il Servizio di Diabetologia Pediatrica dell’ULSS 20 di Verona – non costituiscono alcun problema. L’importante è che il bambino abbia un’alimentazione equilibrata e varia che rispetta anche i suoi gusti e che lo gratifichi. Come tutti gli altri alimenti le merendine possono diventare un problema se vengono consumate in quantità eccessive: una merendina fornisce in media 150 calorie. Circa il 7-8% di quelle consumate in una giornata da un bambino di 10 anni: dal punto di vista calorico, una merendina costituisce un’alternativa razionale a una porzione di pizza o ad un piccolo panino imbottito per lo spuntino del mattino e del pomeriggio”.
Secondo il nutrizionista e medico sportivo Michelangelo Giampietro “le merendine per un bambino che fa sport sono migliori, per reintegrare le energie perse con lo sforzo degli integratori alimentari che normalmente vengono suggeriti”.
Mentre Antonio Migliaccio – nutrizionista e presidente della Società Italiana di Scienza dell’Alimentazione – fa notare che “in un mondo che corre, e che ancora di più fa correre le mamme, la scelta di questi alimenti prodotti dall’industria italiana rende la vita familiare decisamente più semplice senza penalizzare né mamme né figli”.
Per saperne di più sul mondo della merenda e delle merendine qui le interviste complete agli esperti.