Profondamente connaturate con la tradizione dolciaria e familiare di casa nostra, le merendine sono infatti la riduzione in formato monodose dei dolci da forno della nonna, soprattutto quelli a base di pan di spagna e pasta frolla.
In nessun altro Paese europeo esistono infatti prodotti definiti allo stesso modo, proprio perché lo stesso concetto di merenda è una prerogativa che contraddistingue l’alimentazione dell’Italia e dei Paesi mediterranei, in contrapposizione con lo “snacking”, tipico delle nazioni anglosassoni, dove si è soliti mangiare spesso, a tutte le ore, e prevalentemente fuori casa.
Del resto lo dice la parola stessa: una merendina è una “piccola merenda”, che consente di rifornire l’organismo della piccola quantità di energia che gli serve per arrivare ai pasti principali con un senso di sazietà adeguato. Oggi vanno dalle 100 kcal delle più semplici fino alle 180-200 kcal circa delle più ricche.
Le merendine italiane, in confezione monodose, nascono per fornire un’alternativa pratica, igienica e gustosa ai prodotti consumati tradizionalmente per merenda o per colazione. Secondo la tipologia dell’impasto base la maggior parte dei prodotti si può suddividere sostanzialmente in tre categorie merceologiche nell’ambito delle quali possono esistere evidentemente moltissime variabili tecnologiche: merendine tipo brioche, a base di pandispagna e a base di pasta frolla. Una categoria a parte è rappresentata dalle “merendine refrigerate” costituite da una parte cotta in forno e una farcitura di crema di latte fresco pastorizzato con o senza una eventuale copertura di cacao/cioccolato.
“Le merendine italiane – commenta Marcello Ticca, nutrizionista clinico – sono la derivazione diretta della nostra tradizione dolciaria. Sono infatti, la riduzione in formato monodose dei dolci da forno della nonna, soprattutto quelli a base di pan di spagna e pasta frolla.”