#Operazionefalsimiti:Le merendine contengono additivi dannosi? Verità o falso mito?
17.07.2015

Risponde Franco Antoniazzi*

 Per gli additivi esiste una lista positiva dell’Unione Europea, che periodicamente è revisionata dall’EFSA, l’organo tecnico incaricato di verificare eventuali problematiche tossicologiche. Quindi per ogni additivo c’è stata un’approvazione iniziale, dietro presentazione di una documentazione sulla sua sicurezza, cui seguono verifiche periodiche.

Spesso tra i casi sospetti viene citato l’additivo E330, cioè l’acido citrico. Contenuto in molti frutti, soprattutto limoni e arance, questo acidificante è anche uno dei metaboliti che le cellule producono nel nostro metabolismo corporeo; dunque non sono mai sorti dubbi sulla sua sicurezza.

Dalle merendine sono scomparsi i conservanti, mentre l’additivo più frequente è E471 o “mono e digliceridi degli acidi grassi”, che viene utilizzato per conservare la freschezza del prodotto ovvero per rallentarne l’indurimento. Tutti i grassi, che siano olio extravergine di oliva o olio di palma, nel corpo umano passano dallo stato di trigliceridi a quello di digliceridi e poi di monogliceridi, per cui sono sempre presenti nel nostro organismo. Anche sulla sicurezza di questo tipo di additivi non sono mai sorti dubbi nella comunità scientifica.

L’eliminazione di tutti gli additivi in qualsiasi alimento non è consigliabile. In alcuni casi bisogna confrontare il rischio legato al loro impiego con quello derivante dal non utilizzarli: basti ricordare l’uso dei nitrati nei salumi per diminuire il rischio mortale del Botulino.

Gli additivi vengono aggiunti agli alimenti per motivi specifici. Nel caso delle merendine, gli additivi utilizzati spesso si limitano ai monogliceridi che, ripeto, sono del tutto sicuri.

 

 

 

*Franco Antoniazzi

Franco Antoniazzi è tecnologo alimentare, membro di società scientifiche nazionali ed internazionali. L’esperto vanta oltre 30 anni di esperienza nel settore della ricerca alimentare, svolta per conto di importanti aziende del comparto alimentare, italiane ed estere; oggi il dott. Antoniazzi prosegue tale attività come consulente per l’innovazione di prodotti e processi. Nel periodo 1993 – 1999 ha ricoperto la carica di consigliere scientifico in ambito agro-alimentare al servizio del Ministero dell’Università e della Ricerca ed è stato, inoltre, membro del Comitato Agraria del CNR. Dal 1999 è docente di tecnologie dei prodotti dolciari e di processi della tecnologia alimentare presso l’Università degli Studi di Parma.