No, non è vero che la doppia merenda è fondamentale. Ecco tutti i casi in cui va evitata o in cui invece può essere utile.
Arriva la stagione fredda e con essa tornano le attività di fisica organizzata: dal calcio alla danza, dal nuoto alla ginnastica artistica. Sport che è fondamentale per la crescita in salute dei più piccoli, e che fa parte integrante della giornata corretta. Ma nella giornata dei piccoli sportivi, la merenda raddoppia oppure resta la stessa?
Lo abbiamo chiesto a Claudio Maffeis, medico specializzato in pediatria e gastroenterologia e professore associato presso l’Università di Verona. Quali sono i consigli a merenda per i bambini e i ragazzi che praticano sport?
Prima di tutto: no, la merenda doppia non serve. Purtroppo è diffusa l’abitudine di pensare che se un bambino pratica più sport, allora necessariamente dovrà assumere più calore a merenda. In realtà nessun dispendio energetico classico giustifica una merenda troppo abbondante: “Bisogna sfatare il falso mito secondo cui chi fa sport deve mangiare di più” – dice il professor Maffeis. “Molti genitori fanno l’errore di esagerare con la quantità di cibo proposta a merenda, perché sentono il bisogno di compensare la fatica dei figli” mentre in realtà “il dispendio calorico non giustifica una doppia merenda”.
L’eccezione? L’attività agonistica. Qui “è necessario prevedere un’alimentazione più ricca”. Ma quando fare merenda? “Se l’attività sportiva viene praticata 4 o 5 ore dopo il pranzo – afferma Maffeis – è consigliabile fare una piccola merenda circa un’ora e mezza prima dell’allenamento e puntare su alimenti molto digeribili”. Se invece lo sport viene praticato in una fascia oraria più vicina al pranzo, meglio che la merenda sia consumata dopo l’allenamento.