Io e Muriel abbiamo condiviso molte settimane di quell’inverno tarquiniese mite e luminoso.
Intere giornate al museo e qualche pomeriggio di scorribande nella Tuscia.
Tra vasi polverosi e antichi come la nostra terra italica.
Ogni mattina il custode ci apriva il portone delle meraviglie.
Rivedere ogni giorno i nostri vasetti era un’emozione mica da ridere.
Essere lì lontano da casa. Solo per loro.
Prenderli in mano, toccarli, spolverarli, accarezzarli.
E quando finiva il giorno, passando dal panettiere del corso prendevamo sempre qualche ciambellina o qualche cantuccio per la nostra meritatissima merenda.
Ho provato anche a rifarli, invano, in questa mia vita lontano dai vasi etruschi.
Ho provato a rifare le ciambelline al vino o quelle al finocchietto.
Ti ricordi quelle della nonna di Elena, com’erano buone?
Ho provato a impastare gli stessi ingredienti, come ci aveva detto lei, lentamente e con passione, ma la farina non è la stessa, il vino non è lo stesso, il finocchietto poi, neanche a parlarne…
Quando torno per quelle strade e ripercorro le vie di allora, ritrovo gli stessi gusti e le stesse emozioni. Dovremmo tornarci insieme, amica mia.
A riprendere il filo dei racconti. A riprendere il filo delle nostre vite.
Per raccontarci ancora davanti a due ciambelline l’amicizia e le passioni comuni.
Autrice: Clara Marina – A casa di Clara