Quella volta che ti ho detto di sì con un paio di baffi al cioccolato
05.02.2018

Di solito ci davamo appuntamento per l’aperitivo, verso le sette di sera o giù di lì. Ma era dicembre e faceva buio presto e quel giorno lui mi aveva detto: vengo a prenderti alle cinque e ti porto a fare merenda.

Nel centro della nostra città c’era un bar che ha fatto la storia, era di legno e velluto con le luci basse e i camerieri sornioni e pazienti. Mi stava portando lì. Io amavo quel bar. Amavo quel tratto di marciapiede largo, pieno di nebbia gelata, e il suo braccio che mi accompagnava tenendomi la schiena fino alla porta d’ingresso.

Caffè, cioccolato, brioches calde e bignè: eravamo arrivati. Mi si appannavano sempre gli occhiali d’inverno quando entravo in una stanza riscaldata. Mi aveva trascinata su per una scala a chiocciola mentre cercavo di recuperare l’uso della vista ingolfata nel mio cappotto di lana pesante.

C’era una sala nuova affacciata sulle terrazze del corso agghindato dalle luminarie natalizie. La sala della cioccolata. Una specie di paese dei balocchi. Ero così emozionata che aveva dovuto accompagnarmi, tenendomi per mano, al tavolo dove troneggiava un enorme pentolone pieno di cioccolata nera, cremosa e fumante: potevo riempirmi la tazza quanto volevo e servimi al buffet di biscotti, torte e brioches.

Siamo tornati in quel bar, io e lui, qualche tempo fa. Ci abbiamo portato la nostra bimba, alle cinque, a fare merenda in quella sala delle meraviglie, dove la sua mamma e il suo papà si sono detti di sì, in silenzio, con un paio di baffi al cioccolato.

 

Autrice: Maddalena Vicini – Il Mezzo Mondo di Uescivà